In occasione della festa della Donna 2006 la Commissione Pari Opportunità del Comune di Cortina organizza un incontro sul tema “Le Levatrici nel territorio cortonese”.
La Commissione, guidata dalla consigliera Tania Salvi, apre con questa iniziativa un percorso di riscoperta e discussione attorno a mestieri ed arti femminili nel territorio comunale.
Quello della Levatrice è un mestiere femminile che a sua volta ha sempre avuto per campo d’intervento un ambito femminile.
Può apparire strano, ma la storia delle levatrici non è riconducibile, nè alla storia sociale, nè alla storia delle donne, nè alla storia delle professioni, nè alla storia della mentalità, nè alla storia della medicina, nè alla storia dell’assistenza.
Dall’antichità alla fine del Medio Evo la storia del parto è confusa con la storia della vita quotidiana. Non vi erano nè maestri nè scienza scritta: le donne si aiutavano a vicenda e le loro pratiche erano tramandate dall’una all’altra.
La Grecia e Roma antiche conobbero levatrici celebri e tennero in grande considerazione l’esercizio dell’ostetricia, che era comunque estranea alla tradizione medica.
Da Ippocrate alla caduta dell’Impero romano, il pensiero medico antico contribuì allo studio dell’ostetricia con teorie che furono determinanti fino al Settecento, ma per secoli, l’attenzione medica al parto fu solo teorica, mentre l’arte dei parti fu praticata solo da donne.
Solo nel Cinquecento, secolo che vide risorgere in Europa la medicina e gli studi anatomici, si profilò la rinascita dell’ostetricia e si prefigurò per la prima volta la possibilità che gli uomini potessero assistere ai parti.
Sono anche di questo periodo nel Wuerttenberg le prime scuole per levatrici.
Le levatrici oltre ad assistere ed aiutare le partorienti e i neonati, erano chiamate a consigliare la formazione delle nuove coppie e a dare eventualmente il loro giudizio alle autorità sulla gravidanza o sulla verginità di una donna ma anche della malattia delle donne e dei bambini, di bellezza e cosmesi, della sessualità e dei rimedi per numerosi disturbi della salute.
Saggezza ed esperienza erano le qualità richieste alle donne che si volevano avvicinare a questo delicato compito e per questo la levatrice era generalmente una donna di una certa età con numerosi figli.
Si arriva così alla rivoluzione materna del diciottesimo secolo.
Le scuole ostetriche cominceranno a poco a poco a sfornare levatrici patentate.
La città di Torino fu la prima in Italia ad avere una scuola per levatrici in anticipo di una trentina d’anni sulle altre scuole. Ma è solo all’inizio del Novecento che avviene la svolta fondamentale: un maggiore controllo sulle condizioni della riproduzione e i progressi della scienza medica miglioreranno la condizione fisica delle donne, aprendo la strada alla ricerca dell’autonomia personale e ai nuovi movimenti per l’emancipazione delle donne.
Cortona ed il suo territorio hanno avuto una grande tradizioni di levatrici. In occasione della giornata di sabato 11 marzo 2006 cinque di esse saranno presenti alla manifestazione e racconteranno la loro storia, le leggende, le tradizioni che ruotano attorno a questo mestiere così unico. Cinque cortonesi, alcune ultraottantenni, che riceveranno dalle mani del Sindaco una pergamena che rappresenta un omaggio sincero della comunità cortonese al lavoro di una vita.