In merito alla riunione del 27 febbraio scorso al Consiglio Regionale della Toscana, in cui si è discusso con la II, la III e la Commissione speciale Lavoro della questione Sadam, il Sindaco di Castiglion Fiorentino esprime le seguenti valutazioni:
“In una situazione difficile, l’ottimismo non deve mai abbandonarci. Da una crisi, possono nascere davvero nuove opportunità, se sapremo tutti insieme lavorare su un progetto preciso. Certo, come abbiamo sottolineato anche in sede regionale, ci preoccupano due aspetti: l’uno legato all’occupazione, per la quale chiediamo il completo riassorbimento della manodopera attualmente impiegata, l’altro riguarda la piena integrazione tra il progetto di riconversione e la filiera agricola toscana.
Più volte abbiamo sottolineato che l’area dello zuccherificio può diventare un’area importante non solo per lo sviluppo di tecnologie legate ad energie pulite, ma anche per altre attività in grado di dare un’occupazione certa e stabile per coloro che rimarranno esclusi dal processo di riconversione.
Come Amministrazione Comunale non possiamo dimenticare infatti che se i progetti della Sadam andranno avanti secondo le prospettive da loro indicate, Castiglion Fiorentino e l’intero territorio della Valdichiana rischiano di perdere un’importante fetta di reddito derivante dal lavoro stagionale. Perdita che colpirà in modo particolare persone che integravano il proprio reddito con quello dello zuccherificio e giovani, in massima parte studenti, che trovavano nei tre mesi di campagna le risorse per mantenersi agli studi.
Per questo riteniamo che sia necessario, nell’ambito dell’area dell’attuale stabilimento, individuare nuove fonti occupazionali e di reddito. Riaffermiamo qui la necessità che la Valdichiana possa diventare il polmone dell’energia verde della Toscana.
Giudichiamo positivo che la Regione segua con attenzione il processo di riconversione, anche se in questa fase non può mancare al Tavolo regionale un interlocutore importante qual è il Governo nazionale, il quale si è fatto garante di un accordo che prevedeva da un lato la riconversione dei siti e dall’altro l’attivazione di nuove attività in grado di ingenerare lavoro.
Sul futuro della Sadam, inoltre, devono giustamente intervenire anche le Associazioni dei produttori agricoli, poiché il progetto della centrale elettrica non può prescindere dal reddito che le produzioni dedicate possono ingenerare per i coltivatori.
Per questo, come Amministrazione rifuggiamo in questa fase dalle semplificazioni. Quello che abbiamo davanti è un percorso complesso, che richiede attenzione, il coinvolgimento pieno delle istituzioni e delle forze sociali, la disponibilità dell’azienda, la certezza degli investimenti. Solo mettendo assieme tutte queste cose, sarà possibile pensare alla realizzazione di un nuovo Polo produttivo”.