Recuperare e valorizzare il ciliegio della Valle di Chio: questo lo scopo di un progetto promosso dall’Associazione “Amici della Val di Chio”, patrocinato dal Comune di Castiglion Fiorentino e dalla Provincia di Arezzo e finanziato dall’ARSIA, l'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione nel settore agro-forestale della Regione Toscana.
Il Ciliegio della Val di Chio è riconosciuto storicamente dal 1880, è di grande qualità e particolarità. La sua presenza nel territorio è documentata nella bibliografia nazionale sui ciliegi ed è per questo che gli attivissimi “Amici della Val di Chio” hanno deciso di recuperarlo.
Il progetto ha una durata di tre anni, di cui il primo si è appena concluso e durante il quale, insieme ai ricercatori del CNR IVALSA di Firenze, sono stati individuate e recuperate quattro differenti razze di ciliegia: Nerona, Moscatella, Dalla punta e Sotto l’acquavite. Nel mese di febbraio viene eseguito l’innesto, per poi passare alla fase di piantagione di circa trecento piante nella Valle di Chio nei mesi di ottobre/novembre. L’obiettivo finale è quello di ottenere la DOP Denominazione Origine Protetta del Ciliegio della Val di Chio.
Di tutto ciò, si parlerà in una conferenza ufficiale di presentazione del progetto dal titolo “Recupero, caratterizzazione, conservazione e valorizzazione del ciliegio della Valle di Chio” che si svolgerà venerdì 17 febbraio, alle ore 17.00, presso la Chiesa di S. Agostino, dando così continuità all’impegno preso nella precedente manifestazione sull’olio, sempre a cura degli “Amici della Val di Chio”, per valorizzare tale area castiglionese.
Interverranno, il Sindaco di Castiglion Fiorentino Paolo Brandi, l’Assessore all’Agricoltura della Provincia di Arezzo Roberto Vasai, il Presidente dell’Associazione “Amici della Val di Chio” Antonio Bernardini, Pier Luigi Mariotti del CNR IVALSA di Firenze, Maria Grazia Mammuccini e Natale Bazzanti dell’ARSIA Regione Toscana.
Naturalmente, tutta la cittadinanza è invitata a partecipare, soprattutto gli abitanti della Val di Chio, verso i quali l’Associazione ha rivolto una particolare opera di sensibilizzazione, perché proprio loro sono i proprietari di quei terreni che daranno la vita al nuovo prodotto tipico castiglionese.