Due storie diverse, lontane, che la regia ha saputo tenere insieme nella visione e nell’idea di un mondo in disfacimento: l’impianto scenografico è infatti quello di un’orbita declinata che in Pierrot Lunaire era il simbolo della deriva di un mondo, i cui oggetti sono cosparsi sul palco come rovine di una realtà morente, grigia, a cui sopravviverà solo Pierrot, ormai straniato e libero.
La complessità del personaggio di Pierrot Lunaire, la molteplicità instabile del suo carattere, è stata ben resa da Laura Catrani, abile nell’esprimere tutte le sfumature espressive e tonali: la fragilità psicologica di Pierrot si riversa nell’uso libero dell’intera gamma dei dodici suoni cromatici. L’opera, solitamente destinata a una forma di rappresentazione semiscenica o concertistica, proprio a causa della sua complessa struttura, trova in questo nuovo coraggioso allestimento uno spazio scenico funzionale e significativo, in grado poi di evolversi in continuità con il successivo Gianni Schicchi di Giacomo Puccini.
È un’altra realtà, quella di una famiglia aristocratica fiorentina, un mondo avido che si scopre diseredato: l’orbita lunare diventa qui una tavola imbandita di ricchezze consumate al pari dei sentimenti affettivi che, di fronte alla brama di ricchezza, appassiscono come i gigli di una Firenze al suo massimo splendore che ormai non c’è più.
La deriva è qui più evidente, più infida, e a nulla vale la farsa con cui il sapiente Puccini ha voluto mascherarla: i costumi sporcati di rosso, come corrotti, il tavolo che affonda e i commensali si abbuffano di quel che resta intorno al letto su cui giace Buoso Donati, sempre in scena come monito inutile e ignorato, eppure presente. Molte le citazioni artistiche, tra cui la più evidente è quella di “Miseria e nobiltà”. Apprezzabile anche l’approccio registico che ben caratterizza i personaggi dandogli interessanti e nuove sfumature cinematografiche.
L’esecuzione è affidata all’orchestra da camera del Maggio Musicale Fiorentino ed è diretta dal Maestro Sergio Alapont. L’opera replica lunedì sera alle 21.30 in Piazza Duomo.