
Al Teatro di Castiglion Fiorentino lo spettacolo 'Buttitta'
Debutta Sabato 2 Febbraio alle 21.15 al Teatro Comunale di Castiglion Fiorentino il riallestimento dello spettacolo “Buttitta, canto per il poeta più grande del mondo” della compagnia siciliana EmmeA’ Teatro, da quest’anno in residenza artistica presso il teatro castiglionese.
Lo spettacolo di teatro-canzone scritto da Fabio Monti e Norma Angelini celebra la vita, la lotta, la speranza dell’opera di Ignazio Buttitta, tra le straordinarie voci della poesia italiana del Novecento.
Lo spettacolo, già premiato lo scorso anno da Andrea Camilleri con il Premio Vigata come Miglior Spettacolo, Miglior Attore e Migliore Musica di Scena, è in fase di riallestimento presso il Teatro Comunale di Castiglion Fiorentino ed è la prima tappa di un percorso artistico che la Compagnia EmmeA’ Teatro, in un felice sodalizio con l’associazione Il Carro di Jan di Alberto Spurio Pompili, compirà in provincia di Arezzo.
Lo spettacolo, peraltro, è stato già ospitato dal Festival Visioni, la scorsa estate, in occasione del quale ha ottenuto un lusinghiero successo.
Lo spettacolo è il canto narrativo e musicale di un uomo e di un poeta davvero unico. Una drammaturgia di musiche, poesie, canzoni, racconti, azioni sceniche, con l'Italia del '900 sullo sfondo, e con la Sicilia e la sua anima come terra e come cielo. Protagonisti l’attore Fabio Monti e i musicisti dell’Odos Trio, Antonio Catalfamo (sax), Daniele Lo Re (chitarre), Alessandro Vicari (contrabbasso), in un dialogo tra i versi e le ballate, lottando e cantando, senza sosta: l'amore tra gli uomini, la ribellione all'ingiustizia, il valore del coraggio, della bellezza, della fratellanza, della grandezza della vita, vissuta con generosità e passione.
Così la motivazione del Premio Vigata scritta da Giuseppe Lotta, Presidente dell’associazione Nazionale Critici Italiani: “Spettacolo completo e affascinante pieno di segni plurimi dentro e fuori la rappresentazione che riescono a creare un'atmosfera complessiva avvincente e intrigante, dove l'attenzione poi sfuma in una partecipazione commovente e attiva per tutto quello che si fa e si dice in palcoscenico. Una bella scenografia, con quel fondale che diventa manto, musiche che interagiscono con l'azione di un unico interprete che fra "narrazione" e "creazione" sembra avere inventato una maniera tutta sua di fare spettacolo, un testo che cuce memorie personali e fatti storici, di cui dà persino una plausibile interpretazione, e un attore che nel corso dei fatti raccontati diventa sempre più persona, quasi uno di noi, sono gli elementi che caratterizzano una "messa in scena" fra le più interessanti e fertili della presente stagione teatrale"