Ho letto con grande interesse le considerazioni di Italia Nostra sull’ipotesi di centrale a biomasse che dovrebbe insediarsi nel territorio di Castiglion Fiorentino.
Come Sindaco, ma anche come Castiglionese, non posso che apprezzare la passione e l’amore con cui Italia Nostra descrive il valore ambientale, culturale e sociale della Valdichiana.
Vorrei però che l’amore non offuscasse, come spesso accade, la ragione. E’ pur vero che il paesaggio della nostra vallata è un paesaggio agricolo, ma non possiamo dimenticare le trasformazioni che sono avvenute negli ultimi cinquanta anni. Trasformazioni che hanno fatto per esempio di Castiglion Fiorentino un punto di riferimento per tante attività artigianali ed industriali. Allo stesso modo, nel corso del tempo è mutato il paesaggio agrario, basta pensare alla scomparsa dei filari di viti e olmi che delimitavano i confini poderali, all’estinzione di numerose specie di piante che hanno lasciato il posto ad altre colture.
Questo sta a significare che il paesaggio, così come gli uomini cambiano nel corso del tempo. La nostra Valdichiana non è – lo affermiamo con la consapevolezza di chi qui vive e lavora – quella descritta nel libro “Under the Tuscan Sun”.
Pur apprezzando la prosa della signora Mayes, dobbiamo riconoscere che questo angolo della Toscana è qualcosa di più complesso, dove convivono agricoltura specializzata, piccole e medie imprese, economia turistica. E proprio perché si tratta di un equilibrio delicato, Italia Nostra fa bene a porsi il problema di un inserimento di una centrale per la produzione di energia elettrica in Valdichiana.
E’ bene però ricordare che questa centrale non nasce dal nulla, ma da un progetto di riconversione nazionale della filiera bieticolo-saccarifera in filiera energetica, che vede numerosi esempi in tutta Italia.
Questo tema non riguarda quindi solo Castiglion Fiorentino, ma è in linea con le indicazioni che vengono dalla Comunità economica europea, dai vari Governi nazionali e che hanno trovato l’approvazione della stragrande maggioranza delle associazioni ambientaliste. Non da ora, il tema del superamento dei combustibili fossili richiama infatti quello delle energie rinnovabili.
E’ altrettanto vero che ogni situazione ha una storia a sé. Per questo è corretto porsi il problema di come un’impresa di questo tipo si inserisca nel contesto territoriale. Questo significa valutare con attenzione le ricadute in termini ambientali, di impatto sulla salute e se vi è una reale disponibilità da parte dell’agricoltura locale a fornire la materia prima di origine vegetale, altrimenti davvero il progetto rischia di diventare qualcosa di diverso da una riconversione.
Sono le cose che l’Amministrazione Comunale di Castiglion Fiorentino ha detto da sempre e sulle quali purtroppo non si è voluto discutere, preferendo una serie di no pregiudiziali. Per noi questi rimangono punti irrinunciabili, basilari per qualunque tipo di autorizzazione, e sui quali oggi è aperto il dibattito.
Per questo motivo, mi sento di lanciare un appello alle Associazioni ambientaliste e a tutti coloro che amano questa vallata: vi chiedo di lavorare insieme per far sì che un’area produttiva come quella dello zuccherificio possa diventare un’occasione di sviluppo per tutta la Valdichiana, un’occasione di lavoro per i nostri giovani ed una possibilità di crescita per il tessuto economico.
Limitarsi a ricordare il buon tempo andato serve a poco, guardare avanti e costruire il domani è un compito che appartiene a tutti noi che abbiamo a cuore il bene del nostro territorio.
Paolo Brandi
Sindaco di Castiglion Fiorentino