Il Comune di Castiglion Fiorentino sta procedendo sulla strada già da tempo annunciata per arrivare alla sigla dell’accordo di riconversione con l’Eridania Sadam riguardo l’area dell’ex zuccherificio.
“L’accordo di riconversione - precisa il Sindaco Paolo Brandi - non è un’autorizzazione, ma l’avvio di un percorso che attraverso una serie di tappe potrà portare alla realizzazione di questo impianto. Dentro l’accordo ci sono ancora infatti da affrontare sia questioni di natura ambientale, che puramente tecnica.
Infatti il progetto verrà sottoposto alla valutazione di impatto ambientale, alla valutazione di impatto sulla salute (con possibilità di osservazioni e richieste di approfondimento da parte di tutti i cittadini) e dall’altro lato non potrà esservi nessuna autorizzazione se non verranno dimostrati in maniera chiara i contratti con i produttori per la fornitura di materia prima vegetale, che – tengo a sottolinearlo - dovrà essere esclusivamente di origine locale.
Accanto a questo, abbiamo poi introdotto norme di salvaguardia particolarmente stringenti, come quella che fissa con precisione il principio per cui al diminuire delle biomasse e dell’olio, dovuto a ragioni contingenti, vi sarà una contestuale diminuzione della potenza elettrica prodotta dalla centrale. E l’altra, altrettanto importante, dell’atto unilaterale dell’azienda, la quale dichiara di rinunciare da ora e per sempre ai materiali assimilabili alle biomasse.
Una salvaguardia quest’ultima non contemplata in nessuno degli accordi fino ad oggi siglati in Italia e che è stata fortemente voluta dall’Amministrazione Comunale per impedire che vi possano essere preoccupazioni per il futuro destino ed impiego dell’impianto. Tutto ciò per fugare paure e timori che sono stati indotti nei mesi passati sull’ipotetico pericolo che la centrale a biomasse potesse trasformarsi in un impianto di incenerimento per i rifiuti.
Il progetto che ci è stato presentato risulta essere fortemente ridimensionato rispetto al punto di partenza: riduzione di oltre la metà della potenza complessiva erogata, con una riduzione delle biomasse di oltre i due terzi e che ha finalmente trovato l’accordo del mondo agricolo, esclusa Col diretti, ed una dichiarazione di sostenibilità territoriale da parte degli organi tecnici regionali.
Per quanto riguarda le competenze dell’Amministrazione comunale, avevamo chiesto di affrontare quattro questioni: salvaguardia dell’occupazione, accordo di filiera corta, riqualificazione dell’area, tutela della salute e dell’ambiente. Questi requisiti risultano in gran parte soddisfatti nella bozza di accordo di riconversione e nei suoi allegati.
Sulla tutela dell’ambiente e della salute, saremo molto severi, sia in termini di valutazione di impatto ambientale che sulla salute stessa e, deve essere chiaro a tutti, che qualora vi fossero dei dubbi sulla ricaduta dell’impianto, la centrale non potrà avere l’autorizzazione. Ci convince inoltre la possibilità prevista nell’accordo di costituire un Comitato tecnico di valutazione, con la presenza di esperti nominati dalle stesse associazioni ambientaliste, in grado di seguire il progetto nella sua genesi e successivamente nel suo concreto attuarsi. Anche questo è un elemento di assoluta novità rispetto agli accordi fino ad oggi siglati, che mira a garantire la massima trasparenza nelle procedure e nel controllo. E’ questa una sfida in positivo per le stesse associazioni ambientaliste e i comitati, poiché chiede loro di farsi parte attiva e non solo soggetti di protesta di un percorso comune.
Per quanto attiene alla filiera corta, abbiamo inserito precise norme di salvaguardia che obbligano l’azienda a fornirsi esclusivamente – secondo quanto previsto dalla legge e dagli accordi di filiera – entro un raggio di settanta chilometri. Da qui la necessità, prima di ogni autorizzazione, di avere un congruo numero di contratti disponibili.
Riguardo alle preoccupazioni che questo impianto possa trasformarsi in uno di smaltimento di rifiuti, deve essere chiaro a tutti che qualunque modifica dello stesso, alla luce delle più recenti normative e degli obblighi unilaterali assunti dall’azienda nonché dalla ferma volontà dell’Amministrazione pubblica – peraltro riconfermata anche con un ordine del giorno in Consiglio Comunale – non potrà mai essere concessa.
Riguardo ai livelli occupazionali, nell’accordo è chiaramente detto che verranno ricollocati tutti i dipendenti dell’ex Sadam e che vi sarà nell’area un’espansione tale da portare nell’immediato un’altra attività da almeno 35 posti di lavoro e in prospettiva reali possibilità di creare nuove imprese, facendo dell’area dell’ex zuccherificio un polo occupazionale importante, ben oltre le 150 unità.
Non mi pare – prosegue il Sindaco – una cosa di poco conto, in un momento in cui l’economia locale, non solo quella castiglionese, attraversa un periodo non certo felice. In questo senso, intendiamo riconfermare la vocazione produttiva di Castiglion Fiorentino, che ha fatto del nostro Comune uno dei più dinamici della Valdichiana, senza dimenticare il comparto del turismo che ormai da anni è in crescita. Noi crediamo che puntare sull’innovazione sia una buona cosa per il nostro territorio, però ci rendiamo anche conto che le aziende non siano, almeno dal punto di vista paesaggistico, molto compatibili. Per questo, per l’area dell’ex zuccherificio le attività in essa inserite, abbiamo richiesto un preciso inquadramento ambientale tale da rendere questa zona la più compatibile possibile con il paesaggio circostante. Peraltro, le nostre preferenze sono state indicate per aziende legate alla trasformazione agricola e alle energie rinnovabili.
Una delle nostre preoccupazioni era e rimane quella della sostenibilità nel tempo di questa azienda: tutti sanno che la redditività della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è legata alla presenza di certificati verdi. Per questo abbiamo preteso che negli accordi fosse inserita la presenza a Castiglion Fiorentino di un centro di ricerca sulle energie rinnovabili che nelle nostre intenzioni dovrà essere collocato in uno dei palazzi del centro storico. Centro di ricerca in collegamento con l’Università ed in grado dunque di sviluppare innovazione e permettere a Castiglion Fiorentino di proseguire nel tempo le attività legate alle agroenergie e all’energia pulita. In questa direzione va anche l’idea di una zona produttiva collegata alla centrale, la cui presenza non è soltanto importante per i livelli occupazionali, ma perché è garanzia del futuro sviluppo del nostro territorio.
Un altro tassello di questo mosaico è la zona dedicata all’interno del progetto di riqualificazione generale dell’area ex Sadam al c.d. villaggio ecosostenibile, su questo punto occorre essere molto chiari: il nostro intendimento non è quello promuovere una pure e semplice edificazione. Quello che chiediamo è qualcosa di ben diverso, ovvero il collegamento tra ricerca e innovazione nell’edilizia. Tanto che l’obiettivo finale sarà quello di un villaggio ad emissioni zero, in grado di autoalimentarsi dal punto di vista energetico, della depurazione delle acque e dello smaltimento dei rifiuti, sull’esempio di esperienze analoghe che si sono sviluppate in Austria, Svezia e Inghilterra. Quello che non vogliamo però è una sorta di borgo chiuso in se stesso, per questo negli accordi sono previsti interventi destinati a realizzare strutture collettive e sportive in grado di rendere viva e fruibile da tutti i cittadini la zona ex zuccherificio.
In questo senso riteniamo importante, così come scritto negli accordi, che sia prevista la presenza di una vera e propria oasi naturalistica con un lago di adeguate dimensioni destinato all’avifauna e alla conservazione dei migratori. Un’oasi che non sia solo un insieme poco ordinato e curato, come è attualmente, ma un vero e proprio percorso nel verde.
Come si vede, si tratta di un progetto integrato e complesso che si svilupperà per quanto riguarda la parte produttiva in pochi anni, mentre per quanto concerne la parte c.d. residenziale avrà una crescita compatibile con i tempi del piano strutturale.
Credo che questi obiettivi siano positivi per Castiglion Fiorentino e per la sua comunità, che è stata sempre sensibile da un lato ai temi dell’