Primo bilancio in chiaroscuro per i saldi di fine stagione in provincia di Siena. E’ quanto risulta da un sondaggio condotto da Confesercenti Siena su un campione di negozi pari al 10 per cento dei propri associati nel settore abbigliamento, a tre settimane dall’apertura delle svendite estive (14 luglio). Il 27 per cento degli intervistati afferma di aver rilevato un peggioramento, rispetto ai saldi dell’estate 2006; alla stessa percentuale si arriva tuttavia anche sommando il numero di chi considera buoni (9 per cento) o stabili (18) i saldi 2007. A livello territoriale, il numero degli insoddisfatti aumenta spostandosi dal nord della provincia (Valdelsa) al sud (Valdichiana). Nel computo delle risposte figura anche una porzione non indifferente (27 per cento) di esercenti che non sono ancora in grado di dare un giudizio significativo.
Interpellati rispetto all’opportunità o meno di mantenere in vigore i saldi con le attuali caratteristiche, i negozianti associati a Confesercenti Siena propongono in larga parte di accorciarne la durata (22,7 %) o di ritardarne la partenza nel corso della stagione (9 %); un altro 9 per cento ne propone l’abolizione.
“I dati sono contrastanti, e peraltro ancora tutt’altro che definitivi – commenta il Presidente provinciale di Confesercenti Siena, Graziano Becchetti – appare sempre più chiaro tuttavia come, a differenza di un tempo, i saldi non rappresentino più quel toccasana, capace per la categoria di risollevare le sorti di un anno. Il settore è sempre più esposto a fattori di incertezza, dalla crescente rapidità nell’evoluzione dei gusti alla sempre maggiore instabilità del clima”. Al di là di questi fattori esterni, il settore moda al dettaglio sconta tuttavia anche alcune disparità sempre più pesanti: “a livello nazionale si sta facendo largo l’ipotesi di riportare tutto il territorio italiano ad una data unica di inizio dei saldi – afferma Becchetti – tenuto conto di ciò che si verifica nei territori confinanti tra regioni che applicano un calendario diverso”.
L’altro fattore che tocca molto da vicino la nostra provincia, è quello degli outlet: alla prova dei fatti la legislazione in materia è carente, o scarsamente applicata – aggiunge Becchetti - gli outlet dovrebbero fare tutti ciò che gli compete, ovvero vendere merce difettata o risalente agli anni precedenti. Solo così si può permettere al resto della rete commerciale di competere sul mercato ad armi pari, e forse di sopravvivere. La Regione Toscana dovrà approvare a breve il Regolamento attuativo del nuovo Codice del Commercio: gli operatori della provincia di Siena, ed in particolare quelli della Valdichiana, si aspettano che questo tema venga affrontato in modo concreto”.