Le case di bonifica
Si tratta come già detto delle case settecentesche
fatte costruire dai Granduchi di Toscana e dalla Sacra religione
di Santo Stefano, e sul loro esempio, anche dai proprietari privati
nelle colline sovrastanti la Chiana, ed altrove; case che, nella
Valle venivano ubicate presso le pubbliche strade o lungo le vie
interpoderali - spesso in scenografici rettifili - , fiancheggiate
dagli immancabili gelsi, le cui foglie servivano per gli allevamenti
dei bachi da seta, praticato fino verso il 1940 (nei locali delle
fortezza di Montepulciano fu attivo dal 1869 al 1926 uno
dei più grandi stabilimenti bacologici d'Italia che arrivò
a dare lavoro fino a 600 persone).
Sono anche dette: "Case Leopoldine" dal nome di Pietro Leopoldo di Lorena già più volte rammentato. G.B. del Corto nella sua "Storia della Val di Chiana" asserisce che le case coloniche settecentesche furono le prime vere case rurali giacchè:" nel Medioevo e fino al secolo XV, i contadini abitavano dentro le mura dei castelli, dove, in caso di guerra, portavano al riparo il bestiame, gli attrezzi agricoli e i raccolti; successivamente abitarono in capanne o piccoli abituri di terra battuta (le cosiddette "case di terra"). Tali case, abitate fino agli anni '50, erano costruite con l'argilla e l'acqua, spesso con la paglia, come nel Vicino Oriente tuttora esistenti, e venivano dette le Casine.
Nel 1700 le case rurali sorsero in mezzo al podere ampie e solide. Dovendo ospitare molte persone (come già detto ogni podere era esteso in media per 23 ha) le case coloniche sono costituite da due piani; con l' androne o portico, a volta reale, con aggraziate loggette coperte (spesso loggiati sovrapposti) oppure con un portico a terreno e una loggia al piano superiore.
Erano dominate dalla torre colombaia o piccionaia a forma quadrangolare che, talvolta, assume proporzioni di notevole ampiezza, tutta finestroni a volta e con spesso una croce in ferro a vessillo che la sormonta (e all'interno in qualche caso si ha il monogramma benedettiano di Cristo "JHS" nome greco di Gesù). All'esterno, sulla facciata in genere è posto lo stemma in maiolica colorata del proprietario o una Madonna in terracotta.
I due piani avevano in genere due funzioni distinte:
_ abitativa e tecnico produttiva al pianterreno il
rustico con le stalle per gli animali, le cantine, la tinaia,
la stanza per il telaio etc. ;
_ al primo piano, al quale si accede in genere per
mezzo di una loggia, si hanno molte camere e l'ampia cucina detta
casa per antonomasia perché, come la culina degli antichi
Romani, era il centro della vita patriarcale delle famiglie, composte
fin dopo la seconda guerra mondiale da 20-30 persone ed oltre
(necessarie a coltivare poderi così estesi; famiglie composte
in genere da più nuclei imparentati tra loro), sotto la
guida del "capoccia".
Il rustico è rappresentato dalle stalle, talvolta
appoggiate alla casa o costruite intorno all'aia, dal granaio,
dal porcile, dal pollaio sistemato all'uso chianino sopra il
forno, dalle capanne, in molti casi costruite da pilastri in muratura
con copertura di tegole, per la conservazione dei fieni, degli
attrezzi etc..
L'unico appunto che si può
fare a quelle case è la mancanza dei servizi igienici dato
che hanno spaziose cucine e grandi focolari muniti di alari spesso
veri e propri capolavori dei fabbri locali.
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